Storytelling: siamo sicuri che sia sempre innocuo?

Lo Storytelling: un’arma a doppio taglio per la società moderna

Nel mondo sempre più connesso e digitalizzato in cui viviamo, il potere delle storie è cresciuto in modo esponenziale. Siamo circondati da narrazioni, dalle storie che leggiamo sui social media, nei notiziari, nei film e nei libri. Le storie hanno il potere di ispirarci, di farci riflettere e persino di plasmare le nostre convinzioni. Tuttavia, è importante riconoscere che il nostro amore per la narrazione può avere effetti devastanti sulla società. In questo articolo, esploreremo i rischi e i pericoli dello storytelling, evidenziando come le storie possano unire ma anche dividere, influenzare le menti e alimentare la disinformazione. Scopriamo come le narrazioni possono plasmare il nostro pensiero e mettere in pericolo il futuro.

Il potere immenso della narrazione

Per capire appieno il potere delle storie, dobbiamo innanzitutto riconoscere quanto siano coinvolgenti e persuasive. Le storie incantano, rapiscono e portano via chi le ascolta o le legge. Questo fenomeno è conosciuto come "trasporto" (transportation), e le storie hanno la capacità di trasportarci in mondi diversi, lontani dalla realtà quotidiana. È per questo motivo che si dice che "chi racconta una storia governa il mondo". Spesso, non siamo nemmeno consapevoli di quanto le nostre credenze siano influenzate dalle storie che ascoltiamo o leggiamo. Gli argomenti razionali arrivano quasi sempre a posteriori, a legittimare le convinzioni già acquisite attraverso narrazioni persuasive.

La necessità di conflitti nelle storie

Una caratteristica cruciale delle buone storie è la presenza di conflitti. Le storie interessanti parlano di contrasti, contese e situazioni problematiche che possono degenerare in conflitti o produrre catastrofi. In altre parole, una storia in cui tutto va bene non è una buona storia. Ma ciò che rende una storia davvero coinvolgente è la presenza di un antagonista, un avversario con cui il protagonista deve confrontarsi. Questo principio si applica non solo alle storie, ma anche alla società. Le persone hanno bisogno di storie, le storie hanno bisogno di problemi, e i problemi hanno bisogno di "cattivi" che li causino.

La distinzione tra "Buoni" e "Cattivi"

La distinzione tra "buoni" e "cattivi" è un elemento fondamentale nelle storie e, in un certo senso, nella società. Nei racconti, i "buoni" sono spesso rappresentati come altruisti, mentre i "cattivi" sono egoisti. Questa dicotomia si riflette anche nella realtà, dove alcune persone lavorano per promuovere il benessere della collettività e aumentare il senso di appartenenza, mentre altre cercano solo il proprio tornaconto personale, accentuando le differenze e causando discordie. Questa distinzione può avere un impatto significativo sulla società e sulle dinamiche sociali.

La post-verità e la disinformazione

Negli ultimi anni, siamo entrati in un'era caratterizzata dalla "post-verità", in cui l'evidenza fattuale è spogliata di potere. Le narrazioni hanno acquisito un ruolo sempre più dominante, spesso svincolate da ogni confronto con la realtà. L'emergere delle fake news, delle teorie del complotto e delle campagne di disinformazione ha reso difficile distinguere i fatti dalla finzione. Questo fenomeno ha avuto un impatto significativo sulla società, minando la fiducia nelle istituzioni e alimentando divisioni e conflitti.

Tecnologie e disinformazione

Le nuove tecnologie hanno amplificato gli effetti delle campagne di disinformazione. I social media e le piattaforme online hanno reso più semplice diffondere storie false e manipolative, raggiungendo un vasto pubblico in pochi istanti. La distorsione della realtà attraverso le narrazioni è diventata una minaccia crescente per la società. È diventato cruciale comprendere come le tecnologie possano essere utilizzate per diffondere la disinformazione e sviluppare strategie per contrastarla.

Conclusioni: la responsabilità dello storytelling

In conclusione, il potere delle storie è innegabile, ma è importante riconoscere i rischi e i pericoli associati allo storytelling. Le storie possono unire e ispirare, ma possono anche dividere e manipolare. La distinzione tra "buoni" e "cattivi" nelle narrazioni riflette spesso la dicotomia presente nella società. La post-verità e la disinformazione sono sfide che richiedono un approccio consapevole e responsabile al mondo delle narrazioni.

È fondamentale educare le persone a essere critici nei confronti delle narrazioni che incontrano e a cercare fonti affidabili. Le istituzioni e le piattaforme online devono lavorare insieme per combattere la disinformazione e promuovere la verità. In un'era in cui le storie hanno un impatto così profondo sulla società, dobbiamo essere consapevoli del potere che esse esercitano e impegnarci a utilizzarlo in modo positivo per il bene comune.

Fare storytelling significa capire il racconto personale o organizzativo di partenza, ridefinirlo in base ai nuovi obiettivi (individuali o istituzionali) costruendo i mezzi e i canali con cui diffonderlo verso gli altri, per coinvolgerli e appassionarli.

Andrea Fontana