Il Manifesto per la sostenibilità digitale

Il Manifesto della Fondazione per la Sostenibilità Digitale

La rivoluzione digitale ha un impatto trasformativo che va ben oltre la semplice modifica dei processi; essa tocca profondamente la loro essenza, ridefinendone il significato.

Questo concetto fondamentale è alla base del Manifesto della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. Tuttavia, l'Italia è ancora indietro riguardo alle competenze digitali e mostra poca consapevolezza riguardo alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Inoltre, la capacità di integrare questi due temi, strettamente interconnessi, è ancora più carente.

Secondo il Disi (Digital Sustainability Index), ben 26 milioni di cittadini italiani non possiedono competenze digitali di base, corrispondenti al 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni e al 43,1% delle donne. Affrontare la sfida di rendere la digitalizzazione uno strumento per la sostenibilità è ormai urgente, soprattutto considerando l'opportunità di accelerare tale processo grazie ai fondi del Pnrr.
Il documento dei "Stati Generali della Sostenibilità Digitale," promosso dalla Fondazione, si rivolge al Governo con un approfondito e articolato paper. Questo think tank comprende cento influenti manager, tra chief information officer e chief innovation officer delle principali aziende italiane, intenzionati ad affiancare le istituzioni nella realizzazione delle missioni digitali del Pnrr.

Tra queste missioni, spicca innanzitutto la digitalizzazione della pubblica amministrazione, ma anche la riduzione del divario digitale attraverso reti più diffuse e veloci.

In un momento così delicato come questo, è fondamentale che ognuno contribuisca nel proprio ambito. Come sottolinea Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, "come Fondazione ci ispiriamo agli obiettivi e ai modelli di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030, e partendo da una prospettiva di ricerca e dai principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale, ci impegniamo a collaborare con le istituzioni per sfruttare al meglio le risorse economiche messe a disposizione dal Pnrr."

Per raggiungere tale obiettivo, abbiamo riunito i migliori esperti del settore digitale e insieme abbiamo delineato una serie di azioni che, se adottate dal Governo, permetteranno al nostro Paese di colmare le attuali lacune tecnologiche e di raggiungere una posizione di rilievo tra i paesi industrializzati, sfruttando appieno la digitalizzazione come leva per la sostenibilità.

Il "Digital Sustainability Paper" propone di ripensare i servizi pubblici adottando un'ottica di ecosistema, di redigere un testo unico riguardante la sostenibilità digitale, di garantire un maggiore controllo sui dati, di facilitare la transizione dal telelavoro allo smartworking e di adottare politiche a emissioni zero per tutte le infrastrutture pubbliche. Questi sono solo alcuni degli obiettivi delineati nel documento redatto dal think tank.

Per attuare tali progetti, si individuano sei aree chiave in cui allocare le risorse: 556 milioni per un ecosistema pubblico integrato, 1,6 miliardi per la ricerca scientifica e 350 milioni per la formazione. Per quanto riguarda le infrastrutture e le reti di accesso sostenibili, è previsto un investimento di 6,7 miliardi per la banda ultra-larga e 345 milioni per il piano Italia 5G. Infine, 350 milioni saranno destinati al miglioramento dei servizi della cittadinanza digitale e della partecipazione.

Quest'ultima iniziativa risulta particolarmente rilevante se consideriamo i dati sull'alfabetizzazione digitale in Italia, evidenziati in precedenza, poiché senza un adeguato supporto in questo ambito, gli sforzi compiuti nelle altre aree risulterebbero vani.

Il paper sottolinea che la trasformazione digitale del Paese deve essere inclusiva, affinché nessuno venga lasciato indietro. L'accesso consapevole a internet e ai suoi servizi deve essere considerato un diritto di cittadinanza sempre più essenziale. Basandosi su modelli consolidati di open government, il digitale deve diventare uno strumento abilitante e un pilastro della sostenibilità sociale, promuovendo l'inclusione, le pari opportunità e abbattendo le barriere all'accesso. Infine, il documento enfatizza l'importanza di misurare costantemente lo sviluppo sostenibile nel tempo.